Ai confini della realtà
The
Flippers
are back!
Incredibile ma vero,
la band
dei Flippers, che nei lontani anni Sessanta
truffò l'Italia vendendo qualcosa come quattro milioni di dischi
e suonando per intere stagioni in locali storici come la Bussola,
il Sing Song, la Capannina di Forte dei Marmi, il Barracuda di Santa
Margherita Ligure, l'Excelsior di Venezia e via di questo passo,
è tornata sulla scena. E' come ritrovare Bernadette che fa
l'infermiera
al policlinico, Beethoven che lavora alla Maico o un settantanovenne
che fa i 100 metri a ostacoli. Ma purtroppo è la realtà:
invece di andare
ai giardinetti o a giocare a bocce insieme ai pensionati, l'allegra
brigata (allegra? si fa per dire) si è rimessa a suonare e
viene addirittura
pagata per farlo. La trovate in locali romani come il New Orleans
Cafè, il Cotton Club e The Place, oppure in giro per
l'Italia in teatri e
club,
e se volete rovinarvi una serata potete anche andare a sentirli.
Intanto ecco la loro storia, un po' di vecchio ciarpame
e, dulcis in fundo, le notizie dell'uscita di un doppio album antologico
e di un live registrato durante un concerto due estati fa...
A volte ritornano, e stavolta a tornare sono The Flippers, una band i cui componenti vengono tutti dal jazz e che nei primi anni Sessanta mieteva successi mescolando generi a prima vista molto distanti (per esempio alcuni celebri e antichi brani di jazz tradotti in versione cha-cha-cha, twist, surf, hully gully e chi più ne ha più ne metta) in dischi come Muskrat Ramble cha cha cha (fu il loro primo single e vendette 240 mila copie in una settimana), Jada, Il cha cha cha dell’impiccato (dal testo così cretino che Jimmy Fontana e Gianni Meccia, che lo cantavano in coro con la band, fecero cancellare i loro nomi con un tassello nero dalla copertina del 45 giri), I Watussi (realizzato insieme al cantautore Edoardo Vianello, un milione di copie vendute del singolo) e così via nonché in varii album richiestissimi.
Hanno partecipato come musicisti a diversi film, da Totò, Peppino e la dolce vita e altre pellicole del Principe De Curtis al “musicarello” Io bacio tu baci (con Mina, Celentano e tanti altri compreso Jimmy il Fenomeno, vera e propria leggenda nel mondo del cinema italiano), e con I Watussi sono addirittura scesi in gara insieme a Vianello in un Cantagiro nel quale arrivarono secondi, dopo una strenua battaglia con Peppino di Capri, che risultò vincitore.
Sì, The Flippers venivano dal jazz, e ancora oggi, in età quasi veneranda, continuano a essere legati al jazz (ma anche ai loro vecchi hit, che complessivamente vendettero oltre 4 milioni di copie), tanto che da qualche mese si sono rimessi a suonare, sia per divertimento che per un’incontrollabile e insana voglia di swing e di musica che farebbe andare Freud in brodo di giuggiole, e se ne vanno in giro per i club romani e di altre città. Sempre per la serie incredibile ma vero, le loro performance vengono addirittura pagate, e pure bene.
La formazione, fino alla tarda primavera 2005, è stata quella originale al completo, con Max Catalano alla tromba, Romolo Forlai al vibrafono, Jimmy Polosa al piano (fu uno dei membri fondatori, e dopo di lui è entrato nel gruppo Franco Bracardi), Maurizio Catalano alla chitarra e Fabrizio Zampa alla batteria. Ai vecchi tempi il loro vocalist, clarinettista e sassofonista era Lucio Dalla, che restò con la band un paio d'anni e cantava in inglese, inventandosi le parole, gli hit di Ray Charles a cominciare da Georgia On My Mind. Jimmy Polosa, che fu il primo pianista del gruppo, venne poi sostituito da Bracardi, diventato poi compagno di palco di Maurizio Costanzo e purtroppo scomparso nel 2005. Dalla sua "rifondazione" alla band si sono aggiunti altri due musicisti: sono il clarinettista e sassofonista Maurizio Moscatelli e il bassista Lallo Pascucci.
Dalla scorsa estate, infine, un nuovo e giovane trombettista, Benedetto Amoroso, ha sostituito Massimo Catalano che si è preso (più per pigrizia che altro) una pausa di riflessione.
Ciascuno dei vecchi e nuovi Flippers nella vita fa altre cose: Catalano fa Catalano e passa le sue giornate a Amelia, dove vive da anni. Jimmy Polosa si occupa di supercomputer e tiene conferenze in mezzo mondo. Zampa fa il giornalista e lavora dal lontano 1970 al quotidiano Il Messaggero. Maurizio Catalano faceva il discografico e adesso si prepara a fare il giro del mondo in barca a vela. Forlai continua a coltivare la musica fra Roma e il suo castello nelle campagne marchigiane, a San Severino. Lallo Pascucci e Maurizio Moscatelli insegnano musica nelle scuole. Benedetto Amoroso fa la spola con la valigetta della sua fedele tromba fra Roma e Palermo, che è la sua città.
L'attuale repertorio di The Flippers è quasi da modernariato, con standard e classici del jazz e dello swing e brani doc italiani e stranieri opportunamente rivisitati e riarrangiati con suoni attuali, e ovviamente comprende, per la serie l’erba cattiva non muore mai, anche i cavalli di battaglia dei lontani anni Sessanta.
Dal vivo, infatti, la band propone un concerto di un’ora e mezza o due che si muove fra classici d’annata, standard tradizionali e brani doc: molto buon vecchio swing (A Fine Romance, It Had to Be You, Fly Me To The Moon, All of Me, The Way You Look Tonight nonché pezzi di Duke Ellington come Don’t Get Around Much Anymore o la versione originale di quel It Don’t Mean a Thing il cui remix, grazie a uno spot televisivo, è recentemente diventato un hit), evergreen di Louis Armstrong (La vie en rose, Hello Dolly), alcuni cha cha cha dei Flippers e di altre formazioni (Muskrat Ramble cha cha cha, Jada, Turna a Surriento, Patricia, A lo loco, Un poquito de tu amor, Tea for Two), qualche ragtime (come The Entertainer), qualche piccolo viaggio nella memoria degli anni ’60 (Marino Barreto, Fred Buscaglione, Bruno Martino), nel jazz di Benny Goodman e Lionel Hampton (Stardust, How High The Moon) e in bellissime composizioni che fanno parte delle colonne sonore di cult movies (come Mon oncle di Jacques Tati, Shining di Stanley Kubrick, Blade Runner di Ridley Scott) o anche dei cartoni animati di Disney, la consueta dose di blues e così via.
Oltre a offrire molta musica le performance dei Flippers sono anche un piccolo spettacolo che racconta con humour le avventure e le disavventure di una band che suonava nei night club di un’epoca contraddittoria, spesso buia ma in fondo anche divertente come gli anni Sessanta, che il pubblico giovane non conosce ma sulla cui storia è quasi obbligatorio farsi molte liberatorie risate: i sette musicisti, o almeno quelli di loro che hanno vissuto quel periodo, rievocano con la giusta dose d'ironia le loro disavventure, e insieme alle peripezie del gruppo tracciano un curioso quadro di anni nei quali l'Italia viveva un inesistente e finto boom economico, un periodo in cui la censura era pesantissima, ai gestori dei locali mancava solo la frusta, farsi una canna era fantascienza, il sesso era un reato penale e le ragazze che la davano erano praticamente introvabili. Forse non ci crederete, ma i loro racconti e la loro musica sono qualcosa che i ragazzi di oggi non conoscono e sui quali è impossibile, soprattutto per i giovanissimi, non ridere o alla meno peggio non sorridere.
E loro, incredibile ma vero, si divertono molto e per di più vengono addirittura pagati profumatamente per farlo. Come dire il massimo della vita..
Attenzione:
fotografie nuove della band per la stampa
clicca qui per entrare nella pagina delle nuove fotografie
Piccolo album dei Flippers vecchi e nuovi
e un po' di notizie sulla storia della band
Una storica foto dei Flippers: accompagnano nientedimeno che Mina (la ragazza con il
vestito bianco dietro a Zampa, il quale ha tutti i capelli e suona la batteria) in una scena
del film musicale "Io bacio tu baci", diretto da Piero Vivarelli e girato nel lontano 1962
Altra storica foto di The Flippers scattata nei ruggenti anni '60, quando si apprestavano
a volare chissà dove per un concerto a bordo di un aereo dell'Alitalia, che già allora
perdeva regolarmente i bagagli dei passeggeri. Sono comunque arrivati a destinazione...
Una fotografia che risale ai primi anni '60: il grande Louis Armstrong, a Roma per un concerto, saluta Maurizio Catalano.
Fra Maurizio e il trombettista c'è il contrabbassista Carlo Loffredo, leader della Seconda Roman New Orleans Jazz Band
Ecco come si facevano i dischi a quei tempi: in uno
studio della Rca Maurizio Catalano suona il suo
contrabbasso in un angolo, in mezzo a pannelli di
legno fonoassorbenti. A quei tempi niente effetti,
trucchi o computer, si incideva su un normale nastro
magnetico e i tagli si facevano con forbici e scotch
Roba un po' più moderna...
Qui
potete
ammirare Fabrizio Zampa, Jimmy Polosa, Franco Bracardi, Lucio Dalla e
Massimo
Catalano
all'inaugurazione della mostra che nella primavera del 2001 è
stata dedicata ai Flippers da Paolo
Marinozzi, folle ma geniale collezionista di "modernariato" che ha
raccolto tutti i memorabilia della band
in alcune sale: manifesti, locandine e fotografie d'annata, ritagli di
giornali, tutte le copertine dei dischi,
materiale filmato e brani televisivi, persino alcuni dei "Cinebox" su
pellicola che negli anni Sessanta
facevano le veci dei videoclip: erano canzoni sceneggiate che si
potevano ammirare negli apparecchi
detti appunto "Cinebox", che con le immagini facevano la concorrenza ai
normali Juke Box. Nella foto qui
in basso, la band è insieme a Marinozzi, il signore col vestito
grigio e gli occhiali al centro del gruppo.
Lucio
Dalla alla mostra di Montecosaro, intervistato da "La vita in diretta",
e a destra circondato da cronisti e fotografi
I Flippers ogni tanto
abbandonano le loro sedie a rotelle e vanno a fare le prove, come
tutte le normali band.
Eccoli qui, in studio, in un'orgia di creatività. Qui sotto li
vedete
in azione durante uno
dei loro recenti concerti in un club romano, Il Posto delle Fragole.
Un
altra immagine dei Flippers nella penumtima formazione, prima di un
concerto al New Orleans Cafè di Roma.
Da sinistra, Massimo
Catalano, Jimmy Polosa, Maurizio Catalano, Romolo Forlai, Lallo
Pascucci,
Fabrizio Zampa e Maurizio
Moscatelli. La band ha anche un indirizzo di e-mail per ammiratori,
groupies,
avidi impresari che
impongono percentuali da strozzini, e così via: theflippers@fabriziozampa.com
Nel
dicembre 2002 The Flippers hanno suonato a Riomaggiore, nelle
Cinqueterre, per l'inaugurazione di
due enormi e splendidi murales che Silvio Benedetto, artista e uomo di
teatro argentino che vive e opera
da trent'anni in Italia (è quello al centro, con la sciarpa
rossa), ha dipinto per celebrare il lavoro manuale
che rende così speciali le Cinqueterre, i loro abitanti e i muri
a secco che creano sulle montagne miriadi
di terrazze dove vengono coltivate le viti dalle quali si ricava un
mitico vino di quella zona, lo Sciacchetrà
And Now The Big News!
Ammiratori, vecchi fan, ex fidanzate e appassionati di
modernariato, attenzione:
nel giugno 2002 la Bmg ha pubblicato un doppio album
antologico
di The Flippers che raccoglie tutti brani d'annata
rimasterizzati per l'occasione.
Intitolato "The Flippers", sottotitolo "I grandi
successi originali",
contiene due cd in vendita al prezzo di uno con ben
ventiquattro hit della famosa
band. Qui sotto potete ammirarne la copertina e il
retro, ma se volete
saperne di più andate a curiosare sul sito della
Bmg cliccando qui: sito
Bmg
Una curiosità: nella foto della band, scattata
all'inizio degli anni '60,
potete vedere
un'intelaiatura d'acciaio che è l'ossatura di un palazzo
in
costruzione. Trattasi di quello che sarebbe diventato il palazzo
della Rai in
viale Mazzini, a Roma, davanti al quale parecchi anni dopo
sarebbe stato
piazzato il ben noto, disperato cavallo di bronzo...
Tanto per
chiarirvi le idee, ecco il retro della copertina con tutti i titoli dei
brani:
Visto che roba? Sta andando davvero a ruba, quindi
sbrigatevi:
se non lo comprate perdete
qualcosa di insostituibile
e, cosa altrettanto importante,
ci fate incassare meno diritti...
Ladies and Gentlemen,
attenzione:
se volete farvi ancora del male e siete disposti a
sopportare un
nuovo album live
registrato nell'estate del 2003, con 17 brani per la maggior parte
all'insegna del buon vecchio swing, venite ai nostri concerti e lo
potrete
comprare direttamente. Costa poco, 10 euro. Se poi vivete
nel deserto del Kalahari, in Groenlandia o in Padania e non riuscite a
farne a
meno,
basta una e-mail e un piccolissimo assegno (11 euro comprese
le spese di spedizione per posta prioritaria) e vi verrà
recapitato a casa.
Come vedete niente di più facile. Qui sotto la copertina...
La nostra e-mail:
theflippers@fabriziozampa.com
More news...
C'è un'altra divertente band della quale fanno parte alcuni Flippers: è
The Great Erratic Swing Orchestra
formata da
Paolo Petrozziello, tromba
Carlo Ficini, trombone
Fabiano Pellini, sax baritono
Alessandro Russo, chitarre
Jimmy Polosa, pianoforte
Enzo Il Grande, contrabbasso
Fabrizio Zampa, batteria
e/o altri musicisti
La trovate ogni tanto
in concerto
nei locali romani,
com'è successo nella primavera 2004 all'Alpheus di Roma...
...dove
ha suonato (ed è questa la vera notizia) insieme al quintetto
del mitico trombettista Nunzio Rotondo, autentico pezzo
di storia del jazz made in
Italy, che ha ricominciato
a fare concerti a Roma e suona in pochi selezionati locali
con Enzo Scoppa al sax
tenore,
Claudio Colasazza
al pianoforte, Francesco Puglisi al contrabbasso e
Amedeo Ariano alla batteria. Ascoltare
l'intramontabile Nunzio è un piacere che non potete
perdervi...
Il grande Nunzio
Rotondo durante uno dei suoi concerti.
Per sapere di
più sul suo conto
cliccate sulla sua foto qui sopra...
Prima
di
salutarvi un piccolo regalo per i fan vecchi e, speriamo, nuovi della
band:
è la nostra
cartolina, che i più volonterosi potranno copiare e stampare:
basta cliccare con
il pulsante destro del mouse e salvare il relativo file. Sempre meglio
della faccia di Berlusconi...
Bene, per ora ci fermiamo qui. Ma questa pagina è
perennemente
in costruzione e verrà al più presto
aggiornata con immagini,
discografia, curiosità, chiacchiere, reperti
storici e altre
amenità. Tornate a trovarci, magari vi fate
quattro risate...
E visto che ci siamo, un caro saluto anche dalla penultima
formazione
della storica band, che ha sempre un gesto gentile per i suoi tanti
fans...
Ciao, per ora, da The Flippers
E ciao da Fabrizio, cui sta toccando la fatica,
naturalmente non pagata, di costruire queste
pagine e si autonomina quindi The Webmaster
regalandosi lo spazio per questa fotografia.
Please, notare la t-shirt con la foto di fdf...
(per sapere chi è cliccate sulle iniziali
fdf)