Il nuovo look di Vasco, con capelli corti. A destra, il rocker gioca con la foto che è sulla copertina del disco durante la presentazione ufficiale di "Canzoni per me", il 21 aprile 1999 in diretta su Radiorai (foto: Christian Tipaldi)
Poteva stupirvi con i suoi effetti speciali e con il suo rock, del quale conosciamo bene la forza d’impatto e che, inutile dirlo, quando è necessario non perdona e non guarda in faccia nessuno. Stavolta invece Vasco ha preferito qualcosa di diverso dal solito, e cioè otto canzoni che non sono state scritte per colpire ma per raccontarsi: otto atmosfere morbide e taglienti, otto viaggi pieni di suggestioni, otto storie semplici e scorrevoli che scavano fra quelle emozioni e quei sentimenti che il rock non si è mai stancato di esplorare. Otto brani che, se fossimo in un concerto dal vivo, rappresenterebbero quell'immancabile intermezzo acustico che serve a stabilire con il pubblico un rapporto più intimo e più intenso, per superare il facile livello dell’entusiasmo e far navigare la comunicazione fra artista e platea su una rotta differente, più personale, più matura, più solida e immediata. Otto brani che arrivano quasi in punta di piedi ma che si fanno strada grazie a un'energia quieta e inarrestabile, quella delle cose che vengono "dal di dentro".
E’ questa la ricetta di Canzoni per me, l'ultimo sorprendente album di Vasco Rossi, nel quale il rocker emiliano propone “otto inediti a colori”, come li chiama lui, che ha scritto negli ultimi tempi (ma in qualche caso anche diversi anni fa) e che fino a poco tempo fa non ha mai pensato di raccogliere in un unico disco. Fra i solchi del cd troverete parecchie cose che Vasco ha tenuto sempre per sé: molto rock ma niente rock fine a se stesso, un sapiente e istintivo uso di quella melodia che è sempre stata alla base delle sue cose migliori, testi niente affatto ricercati ma giusti, chiari e coinvolgenti, e soprattutto un modo di cantare tenero e insieme pieno di grinta che, se non parlassimo di lui, in buona parte dei brani si potrebbe definire confidenziale, come se un amico si mettesse lì con la chitarra e in una tranquilla serata in casa vi raccontasse in musica quello che gli frulla nell’animo.
Non è facile spiegare a parole il preciso senso di Canzoni per me, ma basta sentire l’album una sola volta per capire al volo che la sua prima caratteristica è la sincerità, la voglia di spiegare quali sono le cose che contano per un musicista che ha compiuto 46 anni e che si muove oggi in una dimensione differente rispetto a qualche stagione fa, pur senza aver perduto un solo grammo della sua anima rock. “Perché si chiama Canzoni per me? Perché sono tutte canzoni che ho fatto interamente da solo, con la mia chitarra – spiega Vasco. - E sono convinto che sia un disco che farà piacere a quelli che mi seguono”.
E’ proprio così: gli otto inediti (E il mattino, L’una per me, Io no, Quanti anni hai, Laura, La favola antica, Idea 77, Rewind, tutti firmati da Rossi tranne gli ultimi due, che hanno testi suoi e musica di Gaetano Curreri, leader degli Stadio) si susseguono muovendosi fra rock e climi più distesi, sono legati da un filo comune e ripropongono un Vasco che ricorda molto quello dei primi tempi, però arricchito dall’esperienza, dall’età, dalle mille cose della vita che ti fanno crescere e guardare intorno con maggior attenzione.
Perché ha deciso di fare un disco come questo? “E’ un lusso che mi sono preso”, sorride lui, e aggiunge subito che “anche la famiglia è un lusso” e che “insomma, sono lussi che mi posso permettere solo adesso”. Come dire che Vasco ha riscoperto un nuovo modo di vivere e la voglia di avere più tempo per veder crescere il figlio Luca, 6 anni. “Mi sono accorto di essere diventato padre quasi all'improvviso, da un giorno all’altro – spiega – anche se Luca è nato sei anni fa. Il fatto è che a quarant'anni siamo ancora dei cretini e per renderci conto delle cose che davvero sono importanti bisogna aspettare di cogliere al volo il momento giusto...”.
Com’è il vero Vasco di oggi, così come viene fuori dal nuovo disco oppure sempre d'animo ribelle e rock? “Un misto di tutto. Io uso il linguaggio del rock come se fosse una chitarra acustica, invece di servirmi dei suoni di uno strumento mi esprimo col rock. E’ un mezzo d'espressione come la pittura: puoi dipingere con morbidezza o con pennellate secche e violente, ma sempre pittura è. Il rock è il linguaggio più adatto a me perché è estremista: o bianco o nero, o violento e rabbioso oppure dolcissimo e struggente. Mi si attaglia alla perfezione, io mi esprimo sempre così e non mi vengono proprio in mente un altro modo né un altro linguaggio”.
Qualche dettaglio sul lato strettamente musicale dell’album? Registrato fra Bologna e Los Angeles, è stato arrangiato da Celso Valli, suonato da una band coi fiocchi (Mike Landau e Paolo Gianolio alle chitarre, Celso Valli alle tastiere, Tony Levin al basso e Vinnie Colaiuta alla batteria) e da un quartetto d’archi, e mescola due formule che si fondono assai bene: il calore del rock e la delicatezza di sonorità acustiche e pulite, le urla delle chitarre elettriche e la morbidezza degli impasti fra viola, violini e violoncello.
“Io non so cosa significa in realtà questo album – spiega Vasco. - Non lo so perché ci sono stato dentro fino al collo e quindi non posso rendermi conto di tutto. Mi ci vorrà un anno per capire, e intanto devono essere gli altri a dirmelo”. Se volete una piacevolissima sorpresa ascoltatelo bene e con tranquillità, anche se siete già stati al trionfale concerto che il rocker ha dato il 20 giugno a Imola: scoprirete un Vasco inedito e vi chiederete perché gli è servito così tanto tempo per uscire alla luce. Forse lui non ve lo dirà, o si limiterà a spiegarvi che è cresciuto "per amore e per forza", ma noi sì: gli è servito così tanto tempo perché crescere, checché ne pensiate, non è davvero uno scherzo. E Vasco l'ha saputo fare benissimo. Con calma ma benissimo.
Conclusione: Canzoni per me è un album con tutte le carte in regola che vi permetterà di ascoltare un Vasco diverso, disposto a frugare con onestà e sincerità (ma sempre, lo ripetiamo, senza rinunciare al suo animo rock) fra i sentimenti e i desideri che si agitano in lui. Adesso, in attesa del suo prossimo tour ancora tutto da programmare (dovrebbe prendere il via in autunno), Vasco sta già lavorando al prossimo disco: ha messo a punto diversi brani e continua a scriverne altri. Speriamo che continui sulla strada che l'ha spinto a fare le otto canzoni che sono appena uscite. E' una strada vincente, e sarebbe un vero peccato considerarla solo un momento di transizione.
Occhio all'album: anche se sulla copertina non c'è scritto, in realtà
non è un semplice cd ma un cd-rom con filmati, immagini e altre cose
Se ne avete la possibilità (e se state leggendo queste righe sul Web è ovvio che ce l'avete) non ascoltate l'album di Vasco soltanto in un normale cd-player, ma fatelo anche nel vostro computer: appena lo inserirete vi accorgerete che oltre ad essere un normale compact disc è anche un cd-rom pieno di altre cose. Oltre agli otto brani musicali (che offrono una qualità di sound davvero di prim'ordine) ci sono un filmato di una decina di minuti realizzato durante le riprese del videoclip di Io no che Rossi ha girato a Londra, una serie di bellissime immagini fotografiche al alta definizione, il software necessario alla visione del materiale multimediale (se già non l'avete è una buona occasione per installare l'ultima versione di Quickmovie, disponibile gratis sia in edizione Windows che Mac), altre cose che vi lasciamo il divertimento di scoprire, nonché un comodo optional: cliccando su ciascun titolo delle otto canzoni parte la musica e appare contemporaneamente sullo schermo il testo del brano che state ascoltando. Insomma, un modo intelligente di proporre un cd di alta qualità che non contiene solo brani musicali.
Dopo i complimenti una domanda: perché mai sulla copertina e sul libretto del cd non sono segnalate le sue caratteristiche multimediali? Noi le abbiamo scoperte semplicemente perché per ascoltare i compact usiamo sempre il nostro computer, provvisto di un'eccellente scheda audio e di un impianto d'amplificazione di qualità, ma non ci risulta che l'acquirente standard di dischi faccia altrettanto. E allora perché, visto che in Italia ci sono ormai milioni di personal, non dire a tutti che insieme alla musica c'è anche altro?
Una piccola nota: se avete un computer evoluto, con il cd-rom controllato da una scheda Scsi, vi sarà impossibile leggere la parte multimediale. Dovrete, come ho fatto io, recuperare un cd-player "normale" e installarlo, e solo allora tutto girerà perfettamente. L'avranno fatto per evitare le copie abusive? Chissà...
Due immagini di Vasco mentre in sala d'incisione dà gli ultimi ritocchi al suo cd "Canzoni per me"
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